Settembre 2004


ASSEMBLEA GENERALE 

per l'elezione del nuovo consiglio

Venerdì  8/10/2004

Ore 21 ad Arcore presso l’Aula Magna

della SCUOLA MEDIA

con diapositive, esibizione del CORO C.E.A., premi ad estrazione e… rinfresco.

 

CANDIDATI 2004/2005

          1-  BERETTA  ELVIO                              11-  PEREGO ORNELLA

          2-  BERETTA MARIO                             12-  TERUZZI MATTEO

          3-  FERRARIO GIANCARLO                  13-  TERUZZI PAOLA

          4-  GALLIANI VITTORIO                       14-  TERUZZI ROSARIA

          5-  GRANDI DAVIDE                              15-  VILLA FABRIZIO

          6-  MALACRIDA GIORGIO                    16-  VITALI GIANPIETRO

          7-  MISSAGLIA ROSANGELA                 17-  

          8-  MOLINARI FILIPPO                         18- 

          9-  NOLI OSVALDO                                19- 

          10- NOSTRINI ENZO                                20-  

  

Tutte le persone che si vogliono impegnare nelle attività sono bene accette e si possono anche candidare per il consiglio C.E.A..  Si possono votare  un massimo di 10 candidati e se non puoi essere presente all’assemblea puoi imbucare i tuoi voti nella cassetta postale fuori dalla sede.


17/10/04 – PRANZO  SOCIALE 

Quest’anno il pranzo sociale si terrà in un ristorante in Val Pinè (Tn) e sarà preceduto da una gradevole visita guidata, facoltativa, al castello di Buonconsiglio di  Trento. 

Il viaggio è previsto in pullman, con partenza alle ore 7,00. 

Le iscrizioni si ricevono fino al 12/10/04. Il costo del viaggio e del pranzo è di 38,00 euro (senza visita) o di 40,00 euro (con visita). La guida è offerta dal CEA..

 




CRONACHE DI UN’ESTATE BIZZARRA

LA RITIRATA DAL MONTE ROSA

 

Siamo in 32 un sabato mattina di questo luglio 2004 e ci ritroviamo ad Arcore, al solito parcheggio. Pronti a partire con le automobili, destinazione Valle d’Aosta, Gressoney La Trinité.

Si parte e alle 10,30 siamo tutti imbarcati sui mezzi di risalita verso il rifugio Mantova.

Scesi dagli impianti ci avviamo e alle 12,00 ci fermiamo per una rapida colazione a base di panini. Il tempo è discreto e, dopo aver percorso tratti di cresta e mezze coste innevate, arriviamo presso la parte più ripida della tratta, attrezzata con un canapo simile a quello in uso al palio senese. Arriviamo al rifugio attorno alle 14,30; qui ci sistemiamo nel camerone. Qualcuno ha problemi dovuti all’altitudine, ma è cosa risaputa e nella norma per gite di questo tipo. C’è tempo per accompagnare dei nostri al rifugio Gnifetti, fare delle foto e constatare che parecchie persone, al pari nostro, si stanno cimentando con gli ultimi sistemi di sicurezza per procedere in cordata su ghiacciaio.

Nel tardo pomeriggio scendiamo al nostro rifugio pronti per la cena. Mangiamo e dopo un po’ andiamo a dormire (non c’è l’Amabile si dorme!). 

Sveglia molto presto, colazione, poi ci leghiamo e, con l’ausilio delle pile, ci avviamo.

Appena rischiara guardo avanti e vedo una lunga fila di escursionisti, rivedo immagini dei nostri alpini sul “Don”. All’altezza della piramide Vincent ci avvolge una nube molto umida e non si vede oltre una decina di metri. 

Siamo coperti da goccioline di acqua.

Ad un tratto si alza il vento e dopo pochi minuti vedo escursionisti correre in senso opposto al nostro. Ancora pochi minuti ed il freddo aumenta. Mi copro, ma guardo i miei compagni e con stupore vedo volti ed indumenti tutti coperti da goccioline di ghiaccio, quindi tutti bianchi. Guardo gli altri e mi consulto. Tutti abbiamo freddo, qualcuno di più, quindi decidiamo di scendere velocemente.

Francamente dai tipi, dal parapiglia, dalla nebbia, mi sembrava di essere fra le penne nere in ritirata, mancavano solo i muli.

Un centinaio di metri più sotto ci ritroviamo in pieno sole, freddo, ma c’è il sole! Dei nostri compagni non vediamo traccia; sono scesi. A questo punto risaliamo tre cime laterali ed è qui che ritroviamo Gianni, che ci spiega che il gruppo dei nostri, che si trovava verso la fine di questa maledetta nuvola, è riuscito a raggiungere la meta prefissata.

Fortunati loro!!!

Giorgio M


CHE COS’E’ UNA SETTIMANA DI TREKKING AL CEA?

 Dopo che Filippo e Fabrizio hanno studiato le “carte”, si parte con tre macchine, alla volta della Val di Tesa, alla ricerca di un’altra mummia.

Durante il percorso si parla, si parla e ci si accorge che Bolzano, guarda caso, l’abbiamo passato, anzi siamo in prossimità di Vipiteno, 50 km fuori percorso. Si ritorna a Bolzano e qui la fame ci costringe a sostare alla prima “krucchen fest” che si presenta. 

Nelle prime ore del pomeriggio ci si ritrova tutti e, zaino in spalla, si inizia a salire. Siamo in 12.

Dopo un po’ piove, poi smette e dopo 4 ore arriviamo al primo rifugio, Similaun, a 3019 m e abbiamo percorso un dislivello di 1320 m. Cena ottima, tant’è che promettiamo alla rifugista che ci ritroveremo per una buona “asciutta”.

Al mattino tempo bello e, dopo un’altrettanto buona ed abbondante colazione, ci rimettiamo in viaggio. C’è un po’ di apprensione perché il percorso è dato per difficoltà medio elevata.

Dopo poco arriviamo alla stele che indica il ritrovamento della mummia. Ci si guarda attorno e con stupore notiamo che una di noi è abbracciata alla stele: “ha ritrovato il suo uomo”. Riprendiamo e, iniziando la parte di ghiacciaio, ci si barda all’ultima moda e si formano le cordate. Arriviamo a toccare la cima di Punta Finale alle 10,30 senza difficoltà; foto di gruppo e scendiamo. Dimenticavo, la cima è a 3516 m. Scendiamo per il ghiacciaio e ci ritroviamo a percorrere alcuni tratti su brutte rocce, scivolose, in discesa, attrezzate per modo di dire, a mo’ di stendibiancheria, con sottili ed arrugginiti fili di ferro.

Attorno alle 14 - 14,30 arriviamo al rifugio Bellavista,   2842 m, e qui troviamo un totem pellerossa che riporta l’effige di una nostra escursionista.

Il tempo è discreto. Si cena, poi si discute sull’indomani, quindi si va a letto in un camerone, che ha più l’aspetto di uno stenditoio che di una camera. Qui un krucco dorme, qualcuna si spoglia, il krucco si sveglia e non dorme più.

Sveglia alle 4,00: colazione, imbracatura; c’è nebbia, ritardiamo la partenza, finalmente si parte. Prima si scende per un po’, poi si sale per sfasciumi e nevai, poi si percorre una cresta rocciosa che sovrasta per un tratto il ghiacciaio, infine si scende sulla neve. Dopo mezz’ora si abbassa di nuovo la nebbia ed arriva un forte vento. Giungiamo in prossimità del tratto finale; siamo a quota 3500, ma qui dobbiamo desistere e con rammarico abbandoniamo l’illusione della cima (Palla Bianca 3739 m).

Ritorniamo sui nostri passi per un tratto e ci avviamo per ghiacciaio, verso il prossimo rifugio. Lo scenario è molto bello e, passando per neve e crepacci, qualcuno si esalta ed inizia a stento a cantare, coinvolgendo gli altri. Il tempo va al bello e ci si diverte. Ecco là in fondo il rifugio Pio XI.

Percorriamo la lingua del ghiacciaio e alla spicciolata arriviamo alla meta alle 14 circa (2544 m). Arriva un temporale, c’è l’arcobaleno, entrano in scena i reporter. Buona cena, ottima torta, ma a qualcuna la rifugista non piace, ha le unghie troppo lunghe, non è brianzola, “la lava minga i piatt”!! (di questi tempi li lava l’omo!).

E’ mattina: bel tempo, solita foto di gruppo e via, con rammarico per il mancato bel tempo di ieri. Il sentiero è molto bello e attrezzato bene. Arriviamo su di un bellissimo ghiacciaio e scorazzando in lungo e in largo, nonostante non fosse in programma, raggiungiamo la cima del Lago Bianco (3526 m). Facciamo colazione al sacco e con calma ci avviamo al rifugio Brandeburger (3272 m). Siamo al rifugio posto in mezzo al ghiacciaio, arriva un elicottero, si apre la porta del rifugio, entra uno spiraglio di luce, si intravede un’ombra, entra il “divino” e qui la ragione femminile ammira, ammira, ammira e….sbava. Il Divino ammicca, se ne va; torna la quiete.

A sera io mangio, mi compiaccio, qualcuna ha un groppo in gola, tira avanti.

E’ mattina presto, ci avviamo. La giornata presenta parecchio dislivello, ma il tempo è bello. Si scende cantando, prima per ghiaccio poi per sentiero normale; arriviamo a quota 2400. Adesso si sale, prima su vecchie morene, poi su cresta rocciosa fino a quota 3360. Scendiamo ancora, parte su neve e parte su prati, ed arriviamo al rifugio austriaco Martin Busch (2501m); mangiamo male e siamo trattati con sufficienza.

Alle 5 sveglia. Alle 5,30 ci avviamo e si riprende a salire. Ad un tratto verso valle un brontolio: è temporale, brutto cliente! Qualcuno diventa nervoso, vorrebbe ripararsi, ma qui è impossibile. Fortunatamente tutto passa veloce e si va avanti. Si percorre una bella cresta e si arriva alla base del ghiacciaio. Ci si imbraca e si lascia in libertà il trio “disperati”. Questa è l’ultima cima, il Similaun, 3606 m, perciò saliamo lentamente, tanto lentamente che qui perdo la faccia ed impreco alla mia compagna di cordata, “perdono”!! Arriviamo in cima ed inizia il nevischio. Quattro foto, i convenevoli e scendiamo. Verso la parte finale il ghiacciaio presenta molte crepe e a volte sprofonda; c’è apprensione, ma è finita, ecco il rifugio Similaun.

Come promesso ci presentiamo a tavola con profonda gioia nostra e della rifugista. Una doppia asciutta di spaghetti, una singola di torta più birra e ...tanti saluti. Contenti di tanto bello e di essere stati in sì bella compagnia, scendiamo a valle. Giunti alle macchine, la nota stonata. Quel “rompiballe” che si va a tuffare dove due ignari pensionati han posto le lenze.

SELVADEGO!!!!!!

Giorgio M.


Gita in Dolomiti al rif. RODA DE VAEL ,10/11/12 Settembre 2004 

Programma: partenza Venerdi con sosta al Santuario di Pietralba e salita al rifugio ore 1
 Sabato, giro del Vajolet con ferrata Santner ore 6,30 circa 
Domenica, ferrata del Masaré e ferrata Roda de Vael ore 4 circa e viaggio di ritorno

 La partenza di questa bellissima gita avviene alle 8,00 di venerdi 10, nel parcheggio della stazione di Arcore disastrato dai lavori, il gruppo è composto da 23 componenti con alcuni nuovi amici di Villasanta e Desio. Il viaggio si svolge con macchine proprie in direzione Trentino con uscita ad ORA senza problemi. 
Sosta ristoro al Santuario di Pietralba, già immerso in un panorama Dolomitico di dolce bellezza. Visita all’interno con sale piene di ex voto e pranzo su tavoloni posti in pineta sul retro del santuario, dove un gruppo di Tedeschi fraternizza con un gruppo di Bergamaschi, ciò fa scaturire ilarità, balli e canti con fisarmonica. Si riparte verso il passo di Costalunga con breve sosta al lago di Carezza (ormai misero). Parcheggio di Costalunga, m.1752, dove inizia il comodo sentiero che ci porterà al rif. Roda di Vael, m.2280, in poco più di un’ora. Il rifugio é abbastanza confortevole e ci viene assegnato tutto il camerone (comodo) di 25 posti. 
Ci sono ancora alcune ore di luce e ne approfittiamo per brevi escursioni e sopralluoghi per il domani. Tempo bello! 
Viste le pessime previsioni meteorologiche per Domenica, si decide dopo l’ottima cena, di effettuare giro e ferrate tutto nella giornata di Sabato; con alcune varianti per un gruppetto che passerà dal P.sso Coronelle sino al Rif. Vaiolet e ritorno senza ferrate. 
Notte abbastanza tranquilla con qualche componente del gruppo che sviluppa sogni particolari e rumori comuni di provenienza confusa. 

Si parte al mattino poco prima delle 8,00 salendo alla prima ferrata del MASARÈ m.2546 in 17 persone, questa ferrata risulterà molto bella e divertente, con punti panoramici sulle valli circostanti( Fassa, Ega e Tires); raggruppamento all’inizio della salita alla RODA de VAEL m. 2806, con sentiero sino alla cima, dove una croce metallica riempita di sassi domina un panorama su gran parte delle Dolomiti.Classica foto di gruppo e discesa verso il passo VAIOLON, con qualche corda fissa non difficile, ore complessive circa 4,00; proseguimento nel canalone VAIOLON, poi verso il rif. A.FRONZA alle Coronelle m.2337, dove si consuma un pranzo veloce e si riparte per la terza ferrata. Ferrata SANTNER che risulta poco curata e trafficata. Dopo ore 1,30, si raggiunge il passo SANTNER m.2741, qui il gruppo, che si è ridotto a 15 componenti (due sono rientrati dopo il Vaiolon verso il CRISTOMANNOS al rif. RODA de VAEL) arriva un poco scaglionato, e scende velocemente al sottostante Rif. RE ALBERTO m.2700, questo rifugio è sovrastato dalle TORRI del VAJOLET m.2813, bellissime guglie che dominano il canalone che porta all’omonimo rifugio m.2243. Il rifugio VAJOLET non sarà nostra meta, in quanto il sentiero da percorrere passerà sotto il CATINACCIO di ROSENGARTEN m.2981. 
Sono circa le 16,00, e in qualcuno si avvertono i primi sintomi di stanchezza. 
Dobbiamo percorrere ancora circa ore 2,30 per giungere al rif.RODA di VAEL, il gruppo si allunga molto sino al Passo delle CIGOLADE; ma la spettacolare parete del CATINACCIO ci accompagna per il primo tratto, facendoci dimenticare la fatica. 
BELLISSIMA!! 
In lontananza ci aspetta il Passo delle CIGOLADE m.2561, e per i più stanchi risulterà un’ostacolo più psicologico che reale.Infatti l’ultimo gruppo giunto al passo in ritardo, recupererà in discesa (complice l’orario tassativo di cena dalle 18,00 alle 19,00) e arriverà alle 18,10, appena dopo il gruppo. 
TUTTI MOLTO SODDISFATTI !! 
Cena nel rifugio molto affollato, con scelta del percorso domenicale prevedendo per domenica tempo brutto; scelta pensionistica con gita in VALLE S. NICOLÒ (defaticante) a POZZA di FASSA. 

Infatti il mattino di Domenica ci riserva nebbia fitta con qualche goccia triste di brutto tempo. 
Si parte alle 8,30 salutando il rifugio verso il Costalunga, per la strada un gruppetto sceglierà di visitare alcune malghe ed un altro di dirigersi a Bolzano, le rimanenti 12 persone raggiungeranno le CASCATE m.2010 nella valle S. Nicolò, con pranzo frugale e ritorno in ordine sparso. 
Si passa da MOENA con la gara della RAMPILONGA in svolgimento con numerosi corridori partecipanti. 
Visita a SOMEDA per programmi sciistici, più a valle si acquistano mele del trentino. 
Abbiamo visitato un posto incantevole denominato ROSENGARTEN, ovvero “giardino delle rose”( il CATINACCIO) nome che trae origine da leggende di gnomi ed il loro RE LAURINO. Questo regno era difeso da giardini di rose che ne segnava i confini. Le rose furono poi trasformate in roccia da un incantesimo, ma al tramonto riprendono i loro colori per affascinare chi si avventura su questi monti.

Federico


La pagina delle comunicazioni


CORO CEA

Continuano le prove del mitico coro CEA. Tutti i lunedì alle ore 21 ci troviamo con il maestro Castoldi Luciano, a far vibrare all'unisono le nostre corde vocali. Cerchiamo sempre nuovi elementi per incrementare il gruppo. Chiunque voglia provare l'emozione di cantare insieme sarà il benvenuto.     CORAGGIOOO!!!!

 

ATTENZIONE!!!

In caso di necessità, il gruppo CEA è rintracciabile grazie al telefono cellulare. 
Ecco il numero:
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INOLTRE...

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ANNO 2004 - SETTEMBRE - N. 158

REDAZIONE: Ornella, Giancarlo, Mario


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